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Scrittori contemporanei italiani: Niccolò Ammaniti

Autore: Lamberto
Redatto il: Febbraio 25, 2022

Fortunatamente l’Italia può vantare di aver dato i natali a molti artisti nel corso della storia, sono infatti tantissimi i nomi celebri ad aver dato lustro al nostro paese nei loro rispettivi settori creativi; scultori, pittori, architetti, musicisti, scrittori, poeti, letterati, ne abbiamo avuti davvero a bizzeffe di talenti e virtuosi dell’arte, ed ancora oggi riusciamo a tenere alta la nostra bandiera grazie a coloro che hanno dato vita alla scuola artistica contemporanea, ovvero quella dei giorni nostri.

Tra i tanti, abbiamo scelto di dedicare lo spazio di oggi a Niccolò Ammaniti, scrittore, regista e sceneggiatore contemporaneo italiano che ha fatto parlare molto di se per alcune sue opere che varrebbe la pena leggere; Come Dio comanda, Ti prendo e ti porto via, Branchie, Io non ho paura, sono soltanto alcuni tra i romanzi scritti da Ammaniti, ma oltre ai citati lo scrittore ha pubblicato anche alcuni racconti di successo tra i quali vale la pena ricordare Fango, Fa un po’ male, Sei il mio tesoro, Il momento è delicato.

Cenni biografici

Niccolo Ammaniti è nato a Roma il 25 Settembre 1966, ed ha trascorso la sua infanzia nella capitale dove, terminata la scuola dell’obbligo, decise di intraprendere il corso di laurea in scienze biologiche, progetto che non è mai riuscito a portare a termine perché nel frattempo aveva già iniziato a lavorare alle sue prime opere. Era il 1994 quando la casa editrice Ediesse pubblicò il suo romanzo d’esordio intitolato Branchie, opera dalla quale è stato poi anche tratto lo spunto per l’omonimo film prodotto nel 1999.

Da quel momento in poi ha inizio la sua carriera di scrittore e romanziere, attività che svolge ancora oggi. Nel 1995, lo scrittore romano termina i lavori di Nel nome del figlio, un saggio sul tema dell’adolescenza scritto in collaborazione con suo padre Massimo, eminente psicologo dell’età evolutiva. L’anno successivo Ammaniti fa il suo esordio anche come attore, recitando al fianco della sorella nel film minimalista Cresceranno i carciofi a Mimongo diretto da Fulvio Ottaiano, e prepara il terreno per Seratina, un racconto scritto a 4 mani in collaborazione con Luisa Brancaccio e pubblicato dalla Einaudi nella raccolta antologica Gioventù Cannibale.

Racconti e romanzi di Niccolò Ammaniti

Entrato meritatamente a far parte dell’albo dei maggiori scrittori contemporanei italiani, dal 1996 in poi Ammaniti ha iniziato a sfornare con una certa continuità romanzi e racconti di successo, come possono testimoniare anche i vari film prodotti prendendo spunto da diverse sue creazioni, come L’ultimo capodanno dell’umanità, pellicola diretta da Marco Risi che fece registrare notevoli risultati ai botteghini dei cinema italiani, o Io non ho paura, romanzo pubblicato nel 1999 da cui fu tratto spunto per il film di Gabriele Salvatores che porta lo stesso titolo.

Dopo essersi sposato con l’attrice Lorenza Indovina nel Settembre del 2005, Ammaniti pubblica un altro romanzo di successo, Come Dio comanda, edito da Arnoldo Mondadori Editore, accolto molto bene dal pubblico ed un po’ meno bene dalla critica. Seguiranno ancora altre opere di successo tra cui vale la pena ricordare Che la festa cominci del 2009, Io e te del 2010, Il momento è delicato, del 2012 ed ancora altri.

Io non ho paura

Ci sembra opportuno spendere qualche riga per parlare di Io non ho paura, romanzo scritto nel 2001 che tra l’altro si è aggiudicato il Premio Viareggio per la narrativa nello stesso anno; Io non ho paura nasce durante un viaggio che lo scrittore intraprende verso la Puglia nel mese di Giugno, ovvero quando il grano è alto e domina le colline, quadretto descritto dall’autore con singolare bellezza.

L’opera parla della forte amicizia e della grande solidarietà venutasi a creare tra due bambini appartenenti a mondi completamente diversi: Michele e Filippo. Michele è un bambino appartenente ad una famiglia povera del Sud Italia, e mentre gioca sulle colline correndo tra il grano alto di cui si parlava prima, scopre un grande buco nel terreno dove era nascosto Filippo, evidentemente rapito e nascosto lì da qualcuno che intendeva estorcere denaro alla sua famiglia. Io non ho paura vuole in pratica lanciare un messaggio di solidarietà, invogliare le persone a fare sempre la cosa giusta, anche se è il caso di mettere a repentaglio la propria vita.