Press "Enter" to skip to content

Il Piacere, primo vero romanzo di Gabriele D’Annunzio

Autore: Lamberto
Redatto il: Aprile 20, 2021

Insieme con l’Innocente ed il Trionfo della morte, il Piacere forma parte di una bellissima trilogia narrativa scritta a fine Ottocento da Gabriele D’Annunzio, ed entrata di diritto nella storia della letteratura italiana. Ultimato a cavallo tra il 1888 ed il 1889 a Francavilla a Mare nella casa del suo amico pittore Francesco Paolo Michetti, il romanzo che oggi analizzeremo è un vero cult della seggistica italiana e, dagli ultimi sondaggi effettuati, sembra essere anche abbastanza ‘presente’ sugli scaffali delle librerie italiane.

Il racconto de il Piacere viene fatto da un narratore in terza persona, la trama viene attentamente semplificata, viene messa in risalto l’emotività dei personaggi, e viene spesso usato anche il flashback, in modo da alternare la linearità della narrazione con le vicende proprie dei personaggi. D’Annunzio usa un lessico molto raffinato e molto elaborato, soffermando spesso la sua attenzione sulla minuziosa descrizione di ambienti, sensazioni, e stati d’animo dei personaggi, e fa spesso uso anche di vocaboli in latino, greco, tedesco, inglese e francese.

Chi era Gabriele D’Annunzio

Nato a Pescara il 12 Marzo 1863, Gabriele D’Annunzio è stato uno degli uomini di cultura più importanti del nostro paese; scrittore, drammaturgo, poeta, ma anche giornalista ed accanito patriota italiano nonché simbolo della corrente culturale decadentista, D’Annunzio fu anche insignito del titolo di Principe di Montenevoso da sua maestà il Re Vittorio Emanuele III, e soprannominato da tutti il Vate per quella certa caratteristica di ‘sacralità’ che avevano le sue opere.

Di famiglia borghese benestante e terzogenito di 5 figli, Gabriele D’Annunzio è stato sin da adolescente un ragazzo vivace e molto intelligente dal temperamento forte e deciso; ben presto però iniziò a palesare la sua forte passione per le donne, cosa che contribuì al progressivo peggioramento delle condizioni economiche familiari, cosa già avvenuta in precedenza perché suo padre aveva in pratica lo stesso suo ‘vizietto’, e nel contrarre debiti. Fu proprio suo padre Francesco Paolo Rapagnetta D’Annunzio a finanziare nel 1879 la sua prima pubblicazione, una raccolta di poesie dal titolo Primo Vere, che segnò l’esordio ufficiale di D’Annunzio nel mondo della letteratura italiana.

Sintesi de ‘Il Piacere’

Andrea Sperelli è un nobile romano, nato in terre abruzzesi ma residente nella capitale, che ha da poco lasciato la sua compagna Elena Muti, anch’essa appartenente ad una famiglia di ceto aristocratico; dopo la separazione, lui viene ferito durante un duello e, ospite della cugina nella villa di Rovigliano, piccola frazione di Torre Annunziata in provincia di Napoli, incontra la facoltosa Maria Ferries, moglie di un potente ministro guatemalteco, della quale s’innamora perdutamente.

Una volta guarito, Andrea fa ritorno a Roma, dove ritrova anche Elena, suo primo vero amore; nel frattempo il marito di Maria viene scoperto mentre bara ad un tavolo di poker, ed è costretto ad allontanarsi dalla città con la sua famiglia in tutta fretta. Maria prima di partire desidererebbe trascorrere la sua ultima notte d’amore con Andrea ma questi, ancora molto innamorato di Elena, rovina tutti i presupposti, ritrovandosi così da solo a contemplare il passaggio di potere dall’oligarchia nobiliare alla democrazia popolare.

Significati dell’opera

Come accennavamo prima, Gabriele D’Annunzio è stato uno degli uomini più rappresentativi del movimento culturale decadentista, ed è proprio la figura dell’eroe decadente l’elemento cardine attorno al quale ruota il Piacere, ricalcando in un certo modo i passi marcati da Oscar Wilde con il suo Ritratto di Dorian Gray. Il personaggio di Andrea Sperelli rappresenta in un certo senso l’incarnazione del bello, del colto, dell’aristocratico raffinato, nobile solo all’apparenza ma freddo dentro.

Nell’opera si legge forte e chiara la critica alla società alto borghese di fine Ottocento, bella solo fuori ed assolutamente priva di contenuti, sentimenti, emozioni; è questa la società decadente che il poeta detesta, la società che ha completamente trasformato il significato del bello, facendolo diventare un qualcosa di formale e privo di sentimenti, quell’alta borghesia fatta di tutta apparenza e nessuna sostanza.