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La coscienza di Zeno

Autore: Lamberto
Redatto il: Ottobre 21, 2020

Questo grandissimo romanzo di Italo Svevo non è altro che un’analisi della psiche di Zeno Cosini, un individuo che si sente molto malato e presenta forti complessi di inferiorità, che cerca disperatamente di guarire in vari modi, ma talvolta alcuni di essi sono semplicemente assurdi o causano effetti collaterali controproducenti. C’è una prefazione in cui lo psicanalista che lo aveva in cura, il dottor S, dichiara che per vendetta pubblicherà le memorie di questo paziente redatte in forma autobiografica, perché quest’ultimo si era rifiutato di seguire la cura prescrittagli.

Il romanzo non è ordinato cronologicamente, ma la narrazione (tutta rigorosamente in prima persona), si sviluppa attorno a dei ‘punti cardine’ o ‘snodi’ collegati tra loro unicamente da rapporti analogici; un sottile sfondo di ironia, e l’utilizzo dei dialetti triestino, toscano e tedesco, sono gli elementi basilari dello stile sveviano, che scelse di non utilizzare un linguaggio letterario, ma di usare espressioni e frasi comuni, proprio affinché la sua opera fosse più accessibile a tutti.

Chi era Italo Svevo?

Aaron Hector Schmitz (era questo il vero nome di Italo Svevo), nacque il 19 Dicembre del 1861 a Trieste, ed è stato uno scrittore e drammaturgo italiano che ha composto tre romanzi e diversi altri capolavori minori come opere teatrali e racconti brevi. E’ da dire che la celebrità ed i riconoscimenti arrivarono soltanto dopo la sua morte, e che per questo motivo alcuni critici letterari lo soprannominarono ‘fama postuma’. All’età di 14 anni decise di cambiare il suo nome in Ettore Schmitz, ed iniziò ad usare lo pseudonimo di Ettore Samigli per scrivere i suoi primi lavori.

Nonostante fosse nato e cresciuto in Italia, il piccolo Italo fu costretto, per volere del padre, a trasferirsi in Baviera assieme al fratello Adolfo per imparare bene il tedesco, ritenuto dal capofamiglia indispensabile per il futuro professionale dei propri figli. Fu proprio questo il primo spunto che lo scrittore friulano colse per comporre ‘L’avvenire dei ricordi’, uno dei suoi racconti incompiuti in cui i due fratelli esprimono la loro sofferenza per l’allontanamento dalla famiglia.

Riassunto de ‘La coscienza di Zeno’

Il protagonista principale di quest’opera è Zeno Cosini, un ricco commerciante che gode dell’ozio e dell’agiatezza più totale, ma che vive un rapporto molto difficile e conflittuale con suo padre; ebbene, tale burrascoso rapporto influenzerà non di poco la sua vita, le sue decisioni, il suo star bene in famiglia, l’amore, ed anche il lavoro, tanto da creare in lui uno stato di ansia, di malessere, di inettitudine, che egli vive come una vera e propria malattia. E’ in effetti la prefazione la parte più importante del libro, perché è una finzione letteraria molto ben pensata e riuscita; il dottor S, che sta prestando le sue cure al paziente Zeno Cosini, descrive come nasce il libro, ovvero per una semplice sua vendetta a causa dell’insensata ed ingiustificata interruzione della terapia da parte del suo paziente, proprio mentre essa iniziava a dare i primi risultati positivi.

Il dottore infatti, sentendosi ferito nel suo orgoglio professionale per quest’insuccesso dovuto alle negligenze del suo paziente Zeno, decide di pubblicare i suoi appunti completi di alcune confessioni molto intime; tutto si sviluppa attorno ad alcuni episodi principali, ma i diversi temi trattati sono sempre uniti tra loro da qualche legame analogico, e sempre affrontati da Svevo con molta ironia ed usando un tempo misto, ossia atemporale e centrato su nuclei tematici piuttosto che su una narrazione cronologica. Il fumo è uno degli episodi che hanno caratterizzato la vita di Zeno, che confessa di non riuscire a liberarsi da questo terribile vizio preso durante la fase adolescenziale e mai abbandonato nonostante i vari tentativi fatti; La morte di mio padre narra invece degli ultimi giorni di vita del padre, con il quale Zeno aveva un rapporto molto conflittuale, La storia del mio matrimonio e La moglie e l’amante ruotano attorno alle sue confessioni e riflessioni sul rapporto di coppia e sul matrimonio. Gli ultimi due capitoli sono Storia di un’associazione commerciale e Psicoanalisi.

Svevo e gli ‘antieroi

Molti dei personaggi principali dei romanzi scritti da Italo Svevo hanno una caratteristica in comune, ovvero quella di essere degli antieroi, cioè protagonisti assoluti ai quali manca però quell’elemento tradizionale, quella qualità, o comunque tutte le virtù che possiede un vero eroe. Sono vari infatti i protagonisti principali delle sue opere che mostrano chiaramente questo elemento comune, cioè quello di essere incapaci di affrontare la realtà e di autoingannarsi.

Sia Alfonso Nitti nel suo primo romanzo Una vita, che Emilio Brentani in Senilità, mostravano infatti chiari segni di disturbi psicologici derivanti da insuccessi e sconfitte; proprio su questo tema Svevo focalizza quasi tutte le sue opere, nelle quali non manca mai di mettere in risalto l’inettitudine dell’uomo nel relazionarsi con il mondo reale, blocco psicologico che Zeno riuscirà a superare con non poche difficoltà, a differenza dei personaggi apparsi nelle opere antecedenti Nitti e Brentani che invece ne usciranno sconfitti.